Iniziarono a correre verso la casa, senza pensare, senza sapere.
Giunti dentro, cercarono disperatamente Luke che era nel bagno della camera da letto situata al
piano superiore.
Sul pavimento, adagiata supina, era una ragazza che effettivamente aveva tutti i vestiti sporchi di
sangue. Alberto guardò fugace l’amico, ma subito si chinò per capire se la ragazza respirava.
Suo padre era un medico e lui sapeva bene come doveva fare.
Sabrine si copriva il volto contratto con le mani e a stento guardava l’ambiente circostante.
– Cosa le è successo? Gridò verso l’amico.
– Non lo so! Rispose l’altro con lo sguardo fisso verso terra.
– Come non lo sai? L’hai trovata tu qui? Che ci facevi in bagno con lei? Parole che
rimanevano senza risposta.
– Tu devi aiutarmi! Disse secco Luke. che ripresosi dal torpore dell’incapacità e
dell’inadeguatezza, si avvicinò anch’egli alla ragazza.
– Portiamola a spalla nel più vicino ospedale! Replicò Alberto sempre più agitato.
– No! No! Ci scopriranno. Farfugliò Luke.
– Cosa scopriranno? Chi scopriranno? Cosa è successo? Dimmelo Luke! Dimmelo!!
Mentre parlava, ora, lo scuoteva violentemente, quasi lo schiaffeggiava.
Però l’amico non lo guardava nemmeno, ripeteva velocemente sempre le stesse cose e guardava
fisso il pavimento. Luke era come paralizzato, non riusciva a muoversi, non riusciva a parlare più.
I momenti che seguirono furono bui, confusi, quasi inesistenti.
Alberto e Sabrine presero la ragazza sulle spalle e iniziarono a trasportarla per le scale, quelle poste
dall’altro lato della casa, per non essere visti.
La portarono al più vicino ospedale, in macchina, ma una volta adagiata la ragazza, sull’asfalto del
Pronto Soccorso, fuggirono, senza farsi vedere, ancora una volta.
La ragazza era ancora viva, aveva constatato Alberto, ma era incosciente.
Luke, era rimasto ancora per qualche secondo in bagno, con le mani e il volto sporco di sangue. Era
inerte, sconvolto, quasi incosciente.
Sentiva la necessità di scappare da quel luogo, eppure non ci riusciva, guardava il pavimento, poi di
nuovo la porta, poi il pavimento. Poi, preso da un istinto di sopravvivenza, scappò via da quella
stanza, percorrendo velocemente le scale.
Si recò nel giardino e prese la macchina, ma lo raggiunse una voce sottile.
Impietrito, continuava a stringere la maniglia della sua auto, quasi convinto di salire e non pensarci
più, ma la voce diventava sempre più grossa, sempre più prossima. La ragazza ripeteva il suo nome.
Si girò di scatto, abbandonando la maniglia dell’auto senza pensare che aveva ancora il volto e le
mani sporche di sangue.
-Cosa hai fatto Luke? Le chiese avvicinandosi a lui velocemente.
-Tu rimani fuori da tutto questo! Ti prego! Replicò d’istinto. Perché sei tu, qui, adesso?
Perchè proprio tu devi avermi visto ora, qui, in questo stato?! Aggiunse furioso.
Iniziò a piangere, portandosi le mani alla faccia e furiosamente frugava tra i suoi
capelli biondi e fini.
– Tutto questo è anche colpa mia! Disse Luise cercando di conquistare una calma che
tardava ad arrivare.
– Tu lo sai che non ho fatto niente! Lo sai, lo sai! Ora piangeva sempre più forte.
Intanto, oltre alla musica, dalla casa incominciavano a provenire grida, forse qualcuno era andato in
bagno.
Luise, risoluta, decise di mettere Luke in macchina e di portarlo via, lontano da quel posto.
Lui era sempre più sconvolto, sembrava piccolo dentro la sua stessa macchina, incapace di guidarla.
Lei correva veloce, per le colline desolate, voleva salvarlo da tutto questo e doveva riuscirci.
Arrivarono a casa di Luke e lei lo aiutò a sistemarsi sul letto.
Poi fece per andarsene, ma una voce arrivò dal ragazzo distrutto che giaceva sul letto.
– Ti prego resta! Le disse ansimando.
– Sono con te! Rispose Luise alzando la testa.
La ragazza si sedette sul divano che era vicino al suo letto.
La camera da letto ovale, con l’intera parete fatta di vetro, era confortante e soffice, con la notte che
si cospargeva al suo interno e la colorava di ombre che avevano le forme delle palme del giardino.
Pensò che mai avrebbe potuto abbandonarlo, il suo posto nell’universo era li con lui, questa notte e
magari per tutte le notti del tempo.