Luke abitava da solo, in una bella casa immersa nel verde.
Il verde delle palme, le sue piante preferite, si univa gioioso al verde del mare, disteso in lontananza
come un tessuto d’organza.
Abitava da solo non per scelta, ma per imposizione, perché delle volte chi è più grande di noi crede
di saper cosa è meglio e di conseguenza agisce, anche sbagliando.
Ma gli errori, non si cancellano e seppure sono importanti per crescere diventano difficili da
eliminare quanto alle conseguenze.
Ma gli errori servono.
Servono a provare, ad indagare e a placare il senso di curiosità che ci contraddistingue.
A chi non è permesso di errare, si sentirà sempre inadeguato rispetto alla vita.
Non si può rendere un figlio esente da errori, nemmeno con la più grande dose di razionalità e di
impegno e più ci si sforza di sopire l’inadeguatezza che deriva da un errato pensiero più questo
ritorna furioso e beffardo. Possiamo desiderare di non addormentarci, ma il sonno arriverà
fisiologico e la repressione che ne facciamo ci inganna di poterlo ingannare. Così l’errore!
Luke era stato lasciato solo, da suoi genitori, in quella casa, perché l’uno era scomparso l’altro aveva
troppo da fare perché pensava che il benessere materiale è sempre stata l’unica forma di benessere
possibile e necessaria.
Tuttavia, Luke non poteva scegliere di rimanere esente dagli affari di famiglia, perché era destinato
a prendersene cura e non poteva scegliere di fare altro.
Non avrebbe mai potuto!
Quando aveva ricevuto quel biglietto, bene sapeva che sarebbe dovuto partire senza chiedersi troppe
volte il perché.
Era qualcuno per sua madre che lo mandava a chiamare. Il suo desiderio era condurre una vita di
libertà, ma questo non gli era permesso perché doveva occuparsi di certi problemi, di certi affari, di
certe situazioni.
Sapeva bene che se lo chiamava sua madre doveva correre, da qualsiasi parte lei gli chiedeva di
andare.
La sua libertà non esisteva, esistevano solo i doveri, che non tenevano conto della sua età, della sua
inesperienza, della sua paura a svolgere questo o quell’altro compito.
Non gli era permesso di sbagliare, non gli era permesso di scegliere, non gli era permesso di
fuggire.
Perché aveva un profondo senso del rispetto della famiglia anche se lui non l’aveva mai vissuta
quella famiglia se non, forse, da piccolissimo.
Prese, quindi, un aereo ed arrivò da sua madre che l’attendeva nella sua casa.
– Non ti trovo in forma Luke! Esordì non appena lo vide arrivare.
– Non lo sono e tu sai benissimo perchè! Replicò fermo.
– Bene bene. Se lo sai allora, perchè continui a fare di testa tua? Disse la donna.
– Non mi sembra che ti manchi nulla e che io non mi comporti esattamente come voi tutti
mi chiedete! Sbottò il ragazzo
– Vedi Luke, non è, mai sufficiente quello che si fa e pavoneggiarsi come fai tu è
irrispettoso ed inutile! Replicò sua madre.
– Non mi pavoneggio. Sono qui, no?! Dimmi quello che devo fare! Disse esausto.
– Innanzitutto lascia perdere quella ragazza, Luise. Non puoi continuare a frequentare una
persona che non ha impegni importanti nella vita, non capisce nulla di problemi da
risolvere ed è praticamente inutile! Argomentò la madre in modo netto.
– Luise è mia amica! Non è una persona inutile ed è lei che mi aiuta ad andare avanti certe
volte! Non è assente quanto te e non mi chiede mai nulla! Sostenne Luke con fermezza.
– Povero Luke! Sei troppo giovane per capire e per distinguere chi ti serve veramente da
chi può esserti solo di peso! A d ogni modo se non vuoi farlo tu ci penserò io ad
allontanarvi! Cosi non può più andare! Affermò la madre.
– Tu non puoi fare proprio nulla! E io sono abbastanza responsabile da capire da solo!
Replicò il ragazzo.
– Responsabile di cosa esattamente? Vivi nella bambagia perché te lo permetto io,
altrimenti staresti fuori per strada a cercare l’elemosina! E combini guai enormi come,
quello che hai combinato in bagno, l’altra sera a quella festa. Quella ragazza poteva
morire e tu lo sai! Se non ci fosse stato il tuo amico a portarlo in ospedale, magari era già
morta! Aggiunse carica la madre.
– Lo sapevo che c’entravi tu in quella storia! Aggiunse Luke.
– Io?! Rise la madre. Non so di cosa tu stia parlando. Aggiunse.
– Ad ogni modo, dimmi pure cosa devo fare. Sono qui per questo, no?!Disse sfinito.
– Prendi domani il treno per le piantagioni e vai a controllare la situazione lì. Disse la
madre. Ma quando torni a casa, mi aspetto che tu avrai lasciato perdere quella ragazza!
Aggiunse di nuovo.
Luke era appena uscito da casa di sua madre che incominciò a piovere. La pioggia picchiettava forte
sulla sua testa e non lo lasciava in pace. Come pure le parole della donna.
