Quando tornò era tardi e lei era ancora lì.
La trovò inerme, assopita, nella sua camera da letto.
Non appena entrò nella stanza, il rumore delle scarpe bagnate sul pavimento, la fece balzare e
quando lo vide, esultò.
Lui corse e l’abbracciò.
-Sei tornato finalmente! Le disse ancora stordita dal sonno.
-Si! Proferì velocemente mentre l’abbracciava forte.
-Allora? Gli chiese scrutando i suoi occhi stanchi.
-Dovrei parlare per ore ed ore e poi ancora fino a quando la notte non torna ad essere notte e
ancora per giorni fino a che tu sarai stanca di sentire tutti i miei problemi. Rise
-Non mi stancherei mai di sentire i tuoi problemi. Rispose.
Lui la guardò fino a raggiungere i suoi pensieri e cominciò ad accorgersi che lei aveva qualcos’altro
da dirgli, da rivelargli.
-Non mi stancherei mai di te, dei tuoi occhi, cosi particolari, della tuo modo di essere
sfuggente e assente ma allo stesso tempo, vicino, costante, perfetto. Disse Ella tutto d’un
fiato.
-Non ti stancheresti di questa vita sempre all’azzardo? Replicò.
-No, mai! Disse decisa.
Allora egli capì che la sua amica, una delle persone che più si fidavano di lui, una delle persone di
cui lui più si fidava al mondo, la sua unica famiglia, in realtà lo iniziava a guardare con occhi
diversi.
E che forse lui, scapestrato e mai preciso, ricco di mille sfumature d’azione, il soggetto che a
qualsiasi ragazza piacerebbe, ma che nessuna oserebbe sposare, forse avrebbe avuto diritto ad una
donna perfetta.
E Luise lo era.
Però, enormi pensieri incominciarono a rannuvolare la sua mente. E se le cose non sarebbero andate
bene? E se lei si fosse stancata di lui? E se lui l’avrebbe fatta soffrire? Le parole di sua madre
incominciarono a ripetersi nella sua testa, dapprima a bassa voce e poi a tono sempre più alto
sonoro. Sua madre, anche a distanza, imponeva le sue regole su di lui e continuava a ripetergli che
non doveva più frequentarla e che doveva occuparsi di altro.
Quanti pensieri può sopportare tutti insieme un solo uomo? Forse la conta non sarà mai fatta!
Intanto egli tentava di nasconderli e sorrideva a Luise che lo guardava.
-Io credo di doverti dire quanto sento. Disse decisa Luise.
Lui non credeva alle sue orecchie.
Per anni aveva frequentato Luise ed erano sempre stati amici, ma mai si era immaginato quello che
stava accadendo. Tuttavia, la situazione lo rendeva forte e più la ragazza parlava più cresceva una
gioia dal profondo della sua anima, nella sua testa, nel suo cuore.
Più Luise si rivelava, più lui dimenticava sua madre, il suo passato, il dolore patito con la scomparsa
di suo padre, i suoi impicci, i grandi impegni, la volontà di rifuggiarsi altrove, la voglia di vivere
nell’abbandono completo del mondo.
-Vorrei dirti, oggi, che non so bene come affrontare questa cosa. Quanti problemi mi creerà
quali compiti sarò chiamata ad adempiere, ma io mi sento che non posso stare più senza di te
Luke e so anche che, se non lo dico qui ora, non riuscirò più a respirare dall’istante dopo
perchè è da troppo tempo che sento di dover stare con te come è da troppo tempo che non
riesco a dirtelo. Disse con tono di rimprovero verso se stessa.
Luke la guardava, stupefatto, non si aspettava tutto questo, non se lo era mai immaginato, non
sapeva cosa rispondere, ma sapeva che la cosa lo faceva sentire bene, anche se conosceva se stesso
e voleva, per una parte di se, tenerla indenne dal groviglio di situazioni che riguardavano lui e che
così avrebbero riguardato anche lei. Ma la gioia continuava a crescere nel suo cuore e la sua voglia
di vivere, prevaleva ad ogni parola di Luise. Stava quasi per dirle che i problemi sarebbero stati
tanti e che lui avrebbe voluto lasciarla indenne dal caos che era la sua vita. Ma la gioia cresceva
mentre la guardava e incominciava ad accorgersi che, forse, anche lui, voleva quello che voleva lei
e che la felicità cosi come la sentiva adesso, non l’aveva mai sentita e che non c’era nulla di male ad
essere felici a stare bene.
Quasi si sentiva male, da tanta felicità.
– Che ti succede? Luise lo guardava perplesso.
– Vorrei dirti…Luke non riusciva a parlare.
– Ehi, era una cosa bella quella che ti stavo dicendo. Tranquillo. Lei lo abbracciava.
– Si era una cosa bellissima, la più bella che mai mi sia capitata. Proferì
– Bene, allora posso continuare col dirti il resto. Lei lo guardava sorridendo.
Un migliaio di pensieri sfrecciarono nella sua testa tutti assieme in un unico istante e lui
guardandola stordito, euforico quasi, tentava di mantenere la lucidità e quasi voleva impedire il
prosieguo di quella conversazione gridandole nei suoi pensieri “aspetta, fermati, non lo dire”. Ma
ormai, era troppo tardi. Lei gli prese il volto con entrambe le mani e lo baciò.
-Credo di essere felice. Sussurrò